Come è nata la Mugnaga?
Abbiamo seguito la sollecitazione dalla gente che ce la chiedeva” spiega Elisabetta, “soprattutto le persone più anziane che lo avevano assaggiato tanti anni fa”. Pare che possa essere stata la prima variante del panettone.
La versione dei Tarantola ha comunque una sua storia ormai ventennale. “Il frutto dell’albicocca che usiamo è ben maturo e deve essere candito bene” svela Elisabetta: “trattandosi di un frutto morbido, nell’impasto i pezzi più grandi rimangono interi, mentre i più piccoli si sfaldano e si fondono con l’impasto”.
Il risultato è un dolce di bontà inaudita, tra i più esaltanti che si possano provare in tutta Italia: in qualunque città vi troviate, la Mugnaga di Tarantola vale davvero ogni viaggio, anche il più lungo.
Lasciamo la parola all’artista che crea con le proprie mani questi capolavori, Enrico Tarantola:
ecco alcune fasi della lavorazione della Mugnaga.